La Biblioteca Bruno Lunelli, BBL, la cui nascita è stata ispirata da un centinaio di rari testi di enologia «affidati» a Marcello Lunelli, così come scrisse nel testamento Italo Roncador, si è poi arricchita, prima della convenzione con la Fondazione Edmund Mach, sino ad arrivare a un catalogo che si sta avvicinando a 2.000 volumi con parecchi titoli che sono da considerare pezzi unici, almeno per il Trentino. Titoli, in altre parole, che si possono trovare soltanto nel catalogo della Biblioteca Bruno Lunelli. La BBL si è arricchita privilegiando testi sulla vitivinicoltura trentina e sulla spumantistica e, soprattutto, le guide che da qualche decennio caratterizzano l’enologia italiana. Non c’è paese al mondo, neppure con una cultura del vino ben più robusta dell’italiana, che abbia conosciuto o conosca una simile diffusione di guide. Un fenomeno molto italiano che ha spinto la BBL a un tentativo nel quale nessuna altra biblioteca si è azzardata: avere sugli scaffali tutte le guide sul vino edite dal 1969, quindi giusto cinquant’anni fa, quando nelle librerie apparve il Catalogo Bolaffi dei vini d’Italia che, firmato dal grande Luigi Veronelli, è considerata la prima guida. Il tentativo si è rivelato nei fatti un’autentica impresa perché un censimento delle guide del vino italiano non è mai stato fatto; possiamo, però, dire, e con orgoglio, di essere molto vicini al traguardo e quando lo avremo raggiunto sarà finalmente possibile una guida delle guide di vino, come dire la fotografia di mezzo secolo di storia del vino italiano. Il catalogo continuerà ad arricchirsi sia con gli acquisti che verranno fatti nel rispetto della vocazione della Biblioteca Bruno Lunelli sia con lasciti e donazioni. Perché chiunque può conferire alla BBL volumi dedicati alla vitivinicoltura.